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| Blink-182, tornati insieme dopo cinque anni riescono ancora a richiamare molta gente, i numeri dicono circa 27.000 persone, distribuite all’Arena Parco Nord di Bologna, ma purtroppo spesso sembrano sotto tono, sarà per le circa sessanta date fatte in giro tra gli USA e l’Europa in meno di due anni, per il ritmo estenuante del lor tour, sarà perchè iniziano a non essere più giovanissimi e il loro genere richiede molte energie, sarà perchè l’acustica della location e l’impianto non erano all’altezza, o forse sarà solo perchè dal vivo i Blink 182 non sono performanti come da studio, eppure nel complesso deludono. I giochi di luce sul palco, le immagini che passano sullo sfondo, i video e tutto ciò che fa coreografia non bastano a rendere il concerto indimenticabile, almeno non per coloro che non sono fan accaniti (anche se tra le voci dei fan alla fine si nota un pò la delusione).
Il concerto dei blink-182 inizia comunque nel migliore dei modi, Mark Hoppus, Tom DeLonge e Travis Barker sembrano abbastanza carichi, aprono con la solita “Dumpweed“, seguita subito da tre famosissimi successi: “Feeling This“, “The Rock Show” e “What’s My Age Again?”, il pubblico canta, salta, si rallegra, è una festa, nonostante la voce che a tratti sembra veramente troppo bassa e la chitarra di Tom DeLonge che sembra mancare qualche colpo, già da qui si vede l’immensa capacità di Travis Barker, tiene botta e picchia più forte che può.
Con “I Miss You” arriva il momento romantico, il pubblico si emoziona e la sovrapposizione delle voci di Mark Hoppus e Tom DeLonge fa il giusto effetto. Gli animi si quietano un pò per poi rianimarsi quando arriva il momento di “First Date“, canzone che apre un’altra serie di brani che arrivano al culmine con la stranota “All The Small Things“, la quale è seguita da ulteriori tre canzoni con la finale “Anthem Part 2” che manda il trio californiano in pausa. Il ritorno sul palco è dei migliori, tocca a Travis Barker ed al suo assolo, si alza una piattaforma che inizialmente ricorda quella usata dai Muse nel loro concerto di Milano, ma che in realtà concede qualcosa in più, il batterista ruota mentre suona e viene piegato dapprima a 45° ed infine in un pezzo molto ritmico che gasa il pubblico continua a suonare addirittura a testa in giu in un giro a 360°.
Il finale arriva con tre pezzi che alternano la carica della band, prima “Carousel“, poi la stra-gridata ed oltremodo urlata “Dammit” ed infine chiudono i 35 secondi di “Family Reunion” mandano tutti a casa.
L'intero articolo: http://www.melodicamente.com/2010/09/i-day...no-i-blink-182/
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